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PAROLA
D’ORDINE INTERNAZIONALIZZAZIONE
Le
piccole
e medie imprese europee potrebbero offrire
un sostanziale aiuto al superamento della crisi, ma per
amplificare al massimo il loro contributo dovrebbero
sfruttare le potenzialità di business legate ai mercati
emergenti quali Cina, India, Russia, Sud Est
asiatico o l'America Latina: è il parere della Commissione
europea, che ha presentato la nuova Comunicazione
dell'Esecutivo comunitario intitolata:
"Piccole imprese, grande mondo - un
nuovo partenariato per aiutare le Pmi a cogliere le
opportunità globali".
Occorre
infatti aumentare la concorrenza delle Pmi all'interno dei
mercati globali, superando il forte divario attuale tra
imprese che crescono grazie ai mercati forti e quante ancora
arrancano a causa di una domanda interna troppo debole.
Attualmente,
solo
il 13% delle Pmi europee opera su mercati internazionali
ed effettua scambi commerciali, investimenti e altre forme
di cooperazione con partner stranieri. Si tratta di 23
milioni di aziende, che rappresentano i due terzi
dell'occupazione nel privato e circa l'80% dei nuovi posti
di lavoro creati negli ultimi cinque anni.
FONTE: Europa.eu
PMI
A RISCHIO RECESSIONE: CHI STA MEGLIO E CHI STA PEGGIO
Le
Pmi
italiane stanno affrontando una congiuntura
drammatica, tra rischio di recessione, crescita sempre più
moderata e concreti timori di stagnazione,
in un 2011 vissuto sul filo del rasoio, con la crisi
economica che ha coinvolto definitivamente anche gli Stati
Ue mettendo addirittura a repentaglio l'esistenza dell'Euro.
Il
rischio più alto è quello della recessione, che finirebbe
inevitabilmente per portare con sé crisi dell'occupazione e
quindi calo dei consumi.
Ma
anche le tensioni speculative sui costi
delle materie prime, oltre alla crisi dell'Euro, con
l'aumento del Dollaro rispetto alla moneta unica, che
potrebbe frenare le esportazioni rappresentano un rischio
molto forte.
A
ciò va aggiunta la revisione al ribasso delle stime di crescita
del PIL anche per il 2012 e una manovra finanziaria che ha "dimenticato" le misure
per lo sviluppo, la crescita industriale e i consumi delle
famiglie, oltre a un'inflazione
che, sulla spinta del costo della bolletta, ha raggiunto il
livello più alto in Italia dal 2008.
Per
quanto riguarda l'industria
manifatturiera, uno dei comparti maggiori
del Made in Italy con 6.300 aziende, 182 mila dipendenti, 34
miliardi di euro di fatturato nel 2010 di cui il 67%
proveniente dalle esportazioni, l'obiettivo è venir fuori
dal ristagno che già ha prodotto molte vittime, e dove solo
chi ha puntato sulla internazionalizzazione
è riuscito a crescere.
L'Export
consente dunque di guardare al futuro in
maniera meno negativa, sperando di chiudere bene il 2011,
visto che se nel 2010 le aziende avevano chiuso per ferie il
più a lungo possibile, quest'anno hanno dovuto accorciare i
giorni di chiusura per far fronte alle commesse.
Anche
il settore della meccanica
varia e affine dovrebbe contare su un 2011 in crescita con
un 2,6% trainato, anche per questo settore, dal 4% fatto
registrare dalle esportazioni. Ma senza illusioni di molte
commesse dal mercato interno. Lo stesso vale per l'industria
del mobile,
che lamenta una domanda interna in stasi e che meriterebbe
incentivi simili a quelli adottati in Francia (magari con
l'IVA sugli arredi affrancata a quella della prima casa).
Diverso invece il discorso per le imprese
elettrotecniche ed elettroniche: se nel
primo caso si assiste a una sostanziale tenuta, nel secondo
invece abbiamo una brusca caduta degli ordini, il che
finisce per dare instabilità all'intero settore.
Sintetizzando,
si può affermare che i presupposti di una crisi strutturale
esistono eccome, ma al tempo stesso esistono strumenti di
sopravvivenza che avvantaggiano soprattutto chi
internazionalizza.
Fonte:
PMI News
MUTUI
A TASSO VARIABILE: EURIBOR SCESO ALL’1,25%
A
sorpresa, in seguito alla riunione della Banca Centrale
Europea, il Consiglio direttivo ha deciso di abbassare di
0,25% il tasso di riferimento dall'1,50% all'1,25%.
Mario
Draghi, nuovo Presidente della BCE, durante la sua prima
conferenza stampa, ha dichiarato che, in linea con la
politica monetaria della Banca Centrale Europea, l'obiettivo
resta mantenere la stabilità dei prezzi nel medio termine.
In
una fase di crescita più debole di quanto ci si aspettava
probabilmente si attenderanno scenari e dati ufficiali più
confortanti prima di portare i tassi ai livelli medi da
quando esiste l'euribor, dal 1999.
Secondo
le previsioni degli esperti, comunque molto difficili da
prospettare in una situazione economica come quella attuale,
tra il 2013 e il 2014 i tassi dovrebbero arrivare a quota
3%.
3
novembre 2011-11-13
Fonte:
www.euribor.it
IN
AUMENTO GLI ACQUISTI ON-LINE
L'Indagine
sul Comportamento d'Acquisto del Cliente Multicanale
realizzata da eCircle e CFI Group assieme al Consorzio
Netcomm, fotografa le abitudini d'acquisto dell'utenza
Internet, in tutte le fasi del processo: ne vien fuori
l'immagine di un consumatore multicanale, che sfrutta sia le
opportunità online che quelle offline.
Il
65% degli intervistati ha manifestato un comportamento
multicanale in tutte le fasi del processo
d'acquisto; il 17% tende a fare tutto online
mentre il 18% si dichiara ancora refrattario all'uso della
rete.
I
canali
online vengono maggiormente utilizzati nelle
fasi di pre-acquisto (55%
del campione) mentre nella fase di acquisto il canale più
utilizzato resta il punto vendita tradizionale (69%),
seguito dai negozi online (30%) e TV (1%).
Nella
fase del post-acquisto
emerge in maniera significativa il ruolo dei social network come
strumento per diffondere i propri pareri su ciò che è
stato acquistato. Per eventuali problemi, le email si
confermano come il canale d'elezione per entrare in contatto
con le aziende produttrici (67%), seguite dai call center
(53%) e visite o telefonate al rivenditore (43%).
Seppure
il canale offline rimanga a tutt'oggi quello più
utilizzato, si assiste via via ad un sempre maggiore
utilizzo delle risorse online: Internet vince quando si
tratta di acquisti di abbigliamento e moda (48% online e 34%
offline), viaggi e biglietteria (71%, 15%), elettronica
(62%, 22%) e Libri, Cd, Dvd e videogiochi (53%, 24%).
La
ricerca eCircle, assieme all'Osservatorio
e-Commerce del Politecnico di Milano, offre
dunque alle aziende una visione più completa sui
comportamenti d'acquisto: dalle diverse fasi del processo
d'acquisto ai vari canali, passando per social media fino ad
arrivare all'accesso ai portali di e-commerce via
dispositivi mobile.
FONTE: eCircle
– Politecnico di Milano
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